Pasqua, «festa dei macigni rotolati»

Cari fratelli e sorelle,

Pasqua – scriveva don Tonino Bello, vescovo di Molfetta e presidente di Pax Christi – «è la festa dei macigni rotolati», pari a quello che le donne giunte nell’orto, quel mattino, videro rimosso dal sepolcro. Ognuno di noi ha il suo macigno… che l’opprime in una morsa, che blocca ogni raggio di luce, che impedisce la comunicazione con l’altro. «È il macigno della solitudine, della miseria, della malattia, dell’odio, della disperazione, del peccato. Pasqua allora, sia per tutti il rotolare del macigno, l’inizio della luce, la primavera di rapporti nuovi». Ognuno di noi, dunque, si renda capace di rimuovere il macigno dell’altro che gli sta accanto: così si ripeterà il miracolo che contrassegnò la Risurrezione di Cristo. Diremo e daremo coraggio a chi si sente come inchiodato dalla solitudine, dall’abbandono, dalle delusioni, dai fraintendimenti, dalle miserie. Li faremo finalmente sentire riscattati, avvolti da una tenerezza pari a quella di un abbraccio dolcissimo. È l’augurio che vi rivolgo anche a nome dei miei confratelli, don Giovanni, don Nelson, don Nunzio e don Vito (ricordateci nelle vostre preghiere).
Buona Pasqua di Risurrezione.d. Vincenzo Marras Foglio parrocchiale 20 marzo – 3 aprile 2016

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