Nasce la Parrocchia Gesù Buon Pastore

Il 7 febbraio 1937, come da desiderio di Pio XI, il Vicario di Roma card. Francesco Marchetti Selvaggiani affida al beato Don Alberione la Parrocchia matrimonio-luigi-grappasonni-ed-elena-silvi-21-agosto-1943Romana dal titolo «Gesù Buon Pastore» nella zona detta «La Montagnola S. Paolo» e «Laurentina». A sua volta, Don Alberione si impegna per la Pia Società S. Paolo «a costruire la Chiesa Parrocchiale e gli edifici necessari (casa canonica, uffici, locali, per opere, etc.), a provvedere alle spese di impianto e di funzionamento della Parrocchia, a quelle di culto e di sostentamento del parroco e del clero parrocchiale». Fino ad allora il territorio della Montagnola faceva parte dell’immensa parrocchia di San Paolo ormai troppo grande e popolosa.

Nel ‘37 la Parrocchia abbraccia una estensione di circa 2.000 ettari e una popolazione che a regime sarebbe dovuta arrivare a 5.000 anime. I confini furono la ferrovia Roma Lido, fosso di Grottaperfetta Via Giustiniano Imperatore, Piazza del Caravaggio, Valchetta Rocchi (zona Ardeatina) e Via di Vigna Murata. Le celebrazioni si svolgevano in un ampio locale, intitolato a sant’Antonio da Padova e che era stato in precedenza un’officina, messo a disposizione dalle Suore di Sant’Anna (congregazione femminile di origine torinese, che da sempre collabora in parrocchia) e capace di contenere circa 300 persone. Tale cappella era stata attivata nel 1932 e affidata alle Suore dal parroco di San Paolo nei pressi dell’attuale Cristoforo Colombo- Marconi.
casale-Ceribelli -e-casolare di campagna

La popolazione locale era costituita da qualche centinaio di famiglie contadine che dopo la 1 guerra mondiale, grazie alla debellazione della malaria (cfr apposito paragrafo) si insediarono nella zona lavorando principalmente per l’azienda agricola delle Tre Fontane. Una parte di questi veniva dalle zone tra Sora ed Avezzano devastate dal terremoto della Marsica del 1915.

Nei primi 4 anni l’abitazione del clero e gli Uffici Parrocchiali erano collocati in un appartamento di 4 stanze a Via Nonantola 19 per un fitto di 123 lire mese.

Il piano urbanistico legato all’Esposizione Universale del 42 con la creazione di 3 grandi strade (Colombo, Leonardo da Vinci e Dante (poi chiamato Marconi) modificò gli equilibri urbanistici della zona.  Il terreno acquistato nel 1933 Pontificia opera della preservazione della Fede fu interessato da esprorio. Più volte vennero affissi sulla porta della cappella avvisi di sfratto e minacce di abbattimento della cappella a prescindere dalla presenza di altare e banchi. Sollecitando alcuni dignitari del regime Fascista (Achille Starace, Forges Davanzati, il Ministro Filippo Anfuso, e Vittorio Mussolini) che avevano  costruito le proprie ville sul clivo della Montagnola (attuali via Farfa e dintorni) fu possibile ottenere  per la parrocchia due capannoni dell’Opera Mutilati Bainsizza ad uso Cappella, Sacrestia e locali per associazioni. Tali gerarchi, probabilmente conoscendo lo sviluppo urbanistico della zona

Bar-D’angelo-ancora-esistente-all’incrocio-tra-C.Colombo-e-Laurentina.

avevano costruito delle villette con giardino e piscina tra le case di legno e agricole della zona.

Successivamente il Comune impose una permuta dei terreni confiscati con un appezzamento a 150 m dalla Via Imperiale (così chiamata inizialmente la Colombo) dove oggi sorge il complesso parrocchiale. Don pietro Occelli definisce la zona “desertica” denominata sulle piante dell’ epoca “delle Cavaccie” per via delle cave di pozzolana esistenti.   

In quel quadrante, sul lato sinistro di via Laurentina erano sorte 5 strade perpendicolari denominate strada I, II, III, IV e V che oggi coincidono in parte con Via Luigi Perna, Via Guido de Ruggiero etc abitate principalmente dai lavoranti agricoli delle tenute delle Tre Fontane e Ceribelli.

Pertanto questo grande territorio denominato Montagnola era costituito oltre che da qualche casale agricolo sparso da tre nuclei principali:

  • inizio Laurentina (salita) e strade a ridosso (Farfa, Nonantola, Statue etc) fino alla sommità della salita con case in muratura di 1 o 2 piani abitate, le più antiche) dalla fine dell’800
  • Collina tranvieri – zona a ridosso di Regina degli Apostoli) dove dai primi anni 30 vengono costruite abitazioni per i tranvieri e dove è presente una cappella dedicata al “Sacro Cuore”;
  • Strade perpendicolari alla Laurentina (discesa) più povere e miste a baracche.

20 ottobre 1938: dopo due brevi “sperimenti” (don Baricalla inviato poco dopo negli USA e don Fenoglio ritiratosi per motivi di salute) viene nominato “economo” (quasi-parroco) don Pier Luigi («don Pietro») Occelli (* 13/11/1903 a Busca CN; + 26/12/1994 ad Albano Laziale), che rimane in quell’incarico, con la pausa di un decennio, fino all’08/04/1970, quando, «dopo trentadue anni di servizio pastorale nella Parrocchia di Gesù Buon Pastore, sentendomi stanco e bisognoso di riposo (67 anni, tempo maturo per lasciare gli incarichi)», si dimette ufficialmente dall’ufficio di Parroco e di Rettore del Tempio Votivo, restando però in parrocchia come Vicario parrocchiale. Fin dal 1938, al fianco di don Pietro c’è don Carlo M. Agostino Stella (+1°/04/1973), che lo sostituisce come parroco dal 1945 al 1950, avvicendato a sua volta dal 1950 al 1955 da don Eugenio Giovanni Fornasari (che attualmente vive ad Alba ancora impegnato nella predicazione e nella redazione di libri).

Anche le suore Pastorelle, la quarta Congregazione della Famiglia Paolina fondata da Don Alberione nel 1938 per collaborare direttamente con i parroci, prestano il loro ministero pastorale presso la parrocchia del “Buon Pastore”, abitando in Via Casamari, fino al 1943 e poi lo riprendono per un breve periodo negli anni 1973-1975.

Via Laurentina nel 1932. La casa in primo piano era in legno. Comune di Roma Archivio Capitolino 1932. Indagine sulle baracche a Roma

In quegli anni l’unica direttrice per Roma (siamo fuori del centro abitato è la Laurentina e poi la Via Ostiense. Da San Paolo parte un autobus che congiunge il piazzale della Basilica con la Cecchignola passando per via Laurentina e che successivamente assume il numero di 223.  Su tale direttrice si svolgeva la vita del quartiere ancora in piena campagna.