Parlare di Montagnola

Parlare di Montagnola rischia di generare equivoci. Già, perché il nome indicava una zona molto più vasta dell’attuale, i cui confini si perdevano nella campagna romana. E tuttavia, a chi ti chiede dove abiti, la risposta che dai, dopo magari aver detto la via, è invariabilmente: “Alla Montagnola”. C’è chi ci vive da tanti anni e magari c’è nato, e c’è invece chi ci si è trasferito da poco e ci torna solo la sera a dormire.

In tutti i casi la “Montagnola” è il luogo in cui vivi, ti muovi, ritorni. È un luogo di cui, volente o nolente, consciamente o inconsciamente, respiri la storia. E quella storia è anche la tua, la nostra, eredità. Da qui l’esigenza di conoscerla per farne memoria e viverla. Se del quartiere dove vivi non conosci nulla, anche le ore che ci passi risulteranno più alienanti e solitarie. Se, al contrario, ne conosci le radici, le persone e le gesta che l’hanno via via costruita, allora riesci anche a vivere con maggior consapevolezza tutto quanto: le persone, le case, i palazzi, i negozi, la chiesa… E se la storia del posto in cui vivi è conosciuta e condivisa allora sarà più facile ritessere le trame della nostra eredità culturale, sociale e religiosa collettiva, rendendo la quotidianità della nostra appartenenza “alla Montagnola” meno impersonale.

Ecco le ragioni di questo recupero di memoria storica, in occasione dell’80° anniversario della costituzione della parrocchia Gesù Buon Pastore (7 febbraio 1937-7 febbraio 2017). Esso può e deve costituire un momento fondamentale della nostra esperienza religiosa, ecclesiale e civica, a un tempo. Riconoscersi e leggersi in una storia ci fa sentire meno soli, capaci altresì riqualificare il nostro rapporto con la Montagnola e con chi ci vive.

Piazza Caduti della Montagnola – primi anni 80

Questo tentativo di ricostruire la storia del quartiere dove viviamo vuole essere un contributo, non unico né certamente risolutivo, alla costruzione di rapporti migliori tra le persone, alla nascita di una comunità solidale. Il corredo delle testimonianze, alcune perdute, altre recuperate, possono diventare frammenti di una identità cui tutto il popolo della Montagnola si riconosce per progettare ul proprio futuro, senza disperdere le lezioni della storia.

Qui sta la sfida: aiutare persone presenti nella “Montagnola” – certamente diverse le une dalle altre per storia, valori, desideri, necessità – a stare insieme e dare un senso alla fatica necessaria per stare in relazione, per discutere insieme, fare cose insieme. Partiamo da qui – luogo della nostra memoria collettiva – per sperimentare che esiste oltre al “mio” il “nostro”, e che c’è qualcosa che abbiamo in comune e che dobbiamo condividere. Per tutti noi, credenti in Cristo Maestro e Buon Pastore, si chiama fede e diventa testimonianza.