Un’alba con Papa Francesco

Roma 17 febbraio 2015, martedì

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L’attesa nella cappella di Santa Marta

Non si scorgono ancora le prime luci dell’alba ma all’appuntamento nel cortile della Parrocchia i rappresentanti dei vari gruppi parrocchiali sono puntuali e felici di partecipare tra pochi minuti, alla Santa Messa celebrata da papa Francesco nella cappella di Santa Marta. Ci sono i sacerdoti don Dino e don Vito, i decani della Parrocchia: Maria Piera dell’Azione Cattolica, Giuliana della Caritas parrocchiale, Francesco con la moglie Sofia che segue il gruppo del Vangelo, Daniela e Roberto operatori della Caritas e dell’Azione Cattolica; ci sono i giovani:  i ministranti Andrea e Simone, Gualtiero e Paola con  Roberto e Antonella del gruppo famiglia, ci sono gli scout Mattia, Eleonora, Dario, Michele e Margherita, le catechiste Maria e Filomena. C’è la collaboratrice Marina. C’è anche Rachele, la più piccola del gruppo a cui la mamma Marida e il papà  Roberto racconteranno tra qualche anno di questa bella esperienza.

La Piazza San Pietro ci accoglie con spontaneità, non siamo sottoposti al metal-detector, né al controllo dei documenti, sulla parola del parroco don Dino, le guardie si fidano di noi: brava gente, operatori laboriosi… E già questo è una bella accoglienza ed un privilegio…

E anche un bel biglietto da visita!

La cappella di Santa Marta si presenta a noi luminosa, calda e silenziosa, è pronta ad accogliere papa Francesco che prima di cominciare la Santa Messa con il segno della croce,  ricorda con commozione i 21 cristiani copti decapitati dalle milizie dello stato islamico. Così ci ricorda il Papa : “sgozzati per il solo motivo di essere cristiani… il Signore li accolga come martiri”. La Messa comincia: il Papa ha un volto serio e un tono di voce sommesso. L’emozione di essere lì con il Papa lascia spazio alla partecipazione e alla liturgia. La  prima lettura, tratta dal libro della Genesi, narra del diluvio universale e mostra l’ira di Dio per la malvagità dell’uomo. L’omelia del Papa centra subito il problema della cattiveria nel cuore dell’uomo e della capacità di distruzione di cui egli è capace.

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Il gruppo davanti all’ingresso di Santa Marta

La storia continuamente ce lo dice. Del resto, Caino e Abele sono nelle prime pagine della Bibbia. Il Papa ci dice che: “Tutti noi siamo capaci di fare del bene, ma anche di distruggere quanto Dio ha fatto”. L’uomo è capace di malvagità, di distruzione: è dal suo cuore che escono tutte queste cattiverie. Le gelosie, le invidie, le maldicenze, il potere…

“Prendete un qualsiasi giornale: di sinistra, di centro, di destra, vedrete che il 90% delle notizie sono notizie di distruzione” ha detto il Papa. C’è sempre una voglia di autonomia alla base: “io faccio quello che voglio e se io ho voglia di questo, lo faccio”… E questo vale anche per la guerra ed in questa sede, lui ha condannato quei paesi che vendono armi ad altri paesi in conflitto. Papa Francesco continua dicendo che anche al mercato o in Parrocchia la gente  può far del male sparlando delle altre persone. Allora va chiesta la forza a Gesù per scegliere il bene, per attuare azioni di costruzione.

La Messa finisce, il Papa rientra nella cappella a pregare con i partecipanti, poi i saluti di congedo immortalati da una raffica di foto. La nostra Filomena gli chiede se può abbracciarlo e lui risponde che non morde e si presta con un largo sorriso…  C’è chi lo strapazza di abbracci e baci, chi con riservatezza gli stringe solo la mano, tutti vogliono dirgli qualcosa, chi gli confida un sentimento personale, chi gli sorride soltanto esprimendo una grande gioia. A tutti chiede di pregare per lui. Tutti si portano via un po’ del suo coraggio, del suo sorriso e della sua luce. All’uscita dalla Domus Santa Marta ora c’è la luce, il giorno è cominciato. Una foto tutti insieme per ricordare questo incontro, sorridendo ad una battuta di Gualtiero che invita a non andare al mercato per fare “chiacchiere” ma al supermercato… E’ anche questo il senso della fraternità!

Un saluto e tutti si avviano ai propri impegni quotidiani, caricati per oggi, dalla gioia di questa partecipazione e da questo incontro straordinario.

Loredana Ziantoni

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