Una storia che inizia da lontano – 1937 – 2011

Ecco una narrazione necessariamente “sintetica” ma sufficientemente “completa” della storia della nostra Comunità; dei suoi inizi “umilissimi”, del suo battesimo di sangue durante l’ultima guerra mondiale, del suo sviluppo fino ai nostri giorni.

Le grandi tappe di una storia

Anteprima.
Quattro eventi sono all’origine della parrocchia:
a) Il terremoto della Marsica (1915) che costringe molta gente a sfollare, trovando rifugio in una “terra di nessuno” all’estrema periferia sud di Roma; qui si spostano anche i poveri del centro storico cacciati dal piccone demolitore del Piano urbanistico promosso dal Fascismo.
b) L’acquisto, nel 1933, di un vasto territorio incolto da parte dell’organismo vaticano Propaganda Fide (poi Congregazione dell’Evangelizzazione dei Popoli), che ne affida dapprima l’assistenza pastorale alla parrocchia di San Paolo fuori le Mura.
c) La progettazione e l’avvio dei lavori per l’Esposizione Universale Romana del 1942, denominata appunto EUR-42; cominciano ad essere realizzate le grandi vie Cristoforo Colombo, Guglielmo Marconi (intestata dapprima a Dante Alighieri) e Leonardo da Vinci che convergono sulla via Laurentina; questo immenso cantiere offre lavoro a tanti manovali; c’è anche il fenomeno delle “ville” costruite da alcuni gerarchi fascisti che sfruttano a proprio vantaggio le informazioni sui futuri sviluppi del territorio.
d) Nel 1934 il beato Don Giacomo Alberione, Fondatore della Pia Società San Paolo, che ha la sua sede romana in via di Grottaperfetta (attuale via Alessandro Severo), aderisce alla richiesta del Vicariato di Roma di costruire una chiesa in questo quartiere e nel 1936 ne propone il titolo di «Gesù Buon Pastore».

Gli inizi.
Il 7 febbraio 1937, come da desiderio di Pio XI, il Vicario di Roma card. Francesco Marchetti Selvaggiani affida al beato Don Alberione la Parrocchia Romana dal titolo «Gesù Buon Pastore» nella zona detta «La Montagnola S. Paolo» e «Laurentina». A sua volta, Don Alberione si impegna per la Pia Società S. Paolo «a costruire la Chiesa Parrocchiale e gli edifici necessari (casa canonica, uffici, locali, per opere, etc.), a provvedere alle spese di impianto e di funzionamento della Parrocchia, a quelle di culto e di sostentamento del parroco e del clero parrocchiale». Nel ’37 la Parrocchia abbraccia una estensione di circa 2.000 ettari e una popolazione di 5.000 anime.
Dall’inizio della parrocchia, le celebrazioni si svolgono in un ampio locale, intitolato a sant’Antonio di Padova e che era stato in precedenza un’officina, messo a disposizione dalle Suore di Sant’Anna (una congregazione femminile di origine torinese, che rimane l’unica congregazione religiosa presente in parrocchia, pur essendo fuori dal suo territorio) e capace di contenere circa 300 persone.

20/10/1938: dopo due brevi “sperimenti” (don Baricalla inviato poco dopo negli USA e don Fenoglio ritiratosi per motivi di salute) viene nominato “economo” (quasi-parroco) don Pier Luigi («don Pietro») Occelli (* 13/11/1903 a Busca CN; + 26/12/1994 ad Albano Laziale), che rimane in quell’incarico, con la pausa di un decennio, fino all’08/04/1970, quando, «dopo trentadue anni di servizio pastorale nella Parrocchia di Gesù Buon Pastore, sentendomi stanco e bisognoso di riposo (67 anni, tempo maturo per lasciare gli incarichi)», si dimette ufficialmente dall’ufficio di Parroco e di Rettore del Tempio Votivo, restando però in parrocchia come Vicario parrocchiale. Fin dal 1938, al fianco di don Pietro c’è don Carlo M. Agostino Stella (+1°/04/1973), che lo sostituisce come parroco dal 1945 al 1950, avvicendato a sua volta dal 1950 al 1955 da don Eugenio Giovanni Fornasari (che attualmente vive ad Alba ancora impegnato nella predicazione e nella redazione di libri).

Anche le suore Pastorelle, la quarta Congregazione della Famiglia Paolina fondata da Don Alberione nel 1938 per collaborare direttamente con i parroci, prestano il loro ministero pastorale presso la parrocchia del “Buon Pastore”, abitando in Via Casamari, fino al 1943 e poi lo riprendono per un breve periodo negli anni 1973-1975.
1940-1945: Il 23/07/1940 il Comune di Roma firma la licenza per costruzione della chiesa parrocchiale, ma lo scoppio della guerra mondiale rallenta e poi blocca i lavori di costruzione della chiesa e della abitazione dei sacerdoti già programmati.
Bloccati anche i lavori di EUR-42, la fonte di sussistenza di tutta questa popolazione è il commercio della cicoria (si parla addirittura della “repubblica della cicoria”). Questo drammatico periodo può essere sintetizzato in quattro “capitoli”:
a. La storica Battaglia della Montagnola del 10 settembre 1943: è il sanguinoso scontro tra le forze dominanti tedesche e la “resistenza” romana (militari come i granatieri, i bersaglieri e i carabinieri, ma anche molta gente del “popolo”) in conseguenza del quale morirono 56 persone (45 militari e 11 civili): essa è stata ripetutamente e doverosamente ricordata e celebrata da don Pietro che ne ha anche difeso la “memoria” pretendendo talvolta con linguaggio molto violento che venisse onorata la memoria dei “Caduti della Montagnola” con un “parco” a loro dedicato proprio dinanzi alla chiesa parrocchiale; del resto, fin dal 26/12/1941 Pio XII aveva approvato il titolo di Tempio Nazionale dei Caduti all’erigenda Chiesa Parrocchiale «Gesù Buon Pastore».
b. L’ospitalità per i perseguitati: durante i nove mesi della dominazione nazista di Roma del 1943-44, molti abitanti della Montagnola si rifugiano nelle terre di origine, ma vengono prontamente “rimpiazzati” da 4.000 fuggiaschi bisognosi di un tetto e di un pane; in particolare, «nella casa ospitale della Parrocchia furono accolti nel 1943-44 i fratelli israeliti cercati a morte, per odio di razza, e molti alti ufficiali dell’Esercito disertori e magistrati della vecchia e delusa compagine fascista» (don Pietro). Don Fornasari, presente in parrocchia dal 04/10/1942 come Vice parroco aggiunto, attesta che dopo il 16 ottobre 1943 «23 israeliti, giovani e anziani (tra essi i commercianti di tessuti Pace e Benedetti), i due giovani Terracini, valenti violinisti, e altri furono ospiti e commensali per tutti i nove mesi nei quali il tallone tedesco calcò il suolo di Roma».
c. Diversi giovani della parrocchia sono tra i primi testimoni del tragico eccidio delle Fosse Ardeatine avvenuto nel pomeriggio di venerdì 24 marzo 1943: ancora don Fornasari ne ha fatto una descrizione accurata e infervorata nell’opuscolo Ricordo di don Pietro.
d. Diaconia della carità: «Liberata Roma dai tedeschi, l’equipe parrocchiale fondò una Cooperativa alimentare tra gli iscritti alla Pia Unione di Sant’Antonio (700 in tutto). I giovani del circolo giovanile Pier Giorgio Frassati di Azione Cattolica che, durante la dominazione nazista si erano costituiti in banda di Patrioti cristiani sotto il comando del Gen. Rodolfo Cortellessa, erano la forza operativa. Una scolta di questi aveva sottratto ai tedeschi in fuga un camion, con il quale si fecero utili uscite da Roma per l’acquisto di derrate in Abruzzo, nelle Marche, in Toscana, Piemonte e Lombardia. […] Il famoso camion “de li preti della Montagnola” fece gloriosa fine. Quando fu girato il film Roma città aperta capolavoro di Roberto Rossellini, divenne una “star”, comparendo come protagonista con Anna Magnani e Aldo Fabrizi in lunghe e tragiche sequenze» (don Fornasari).

Il 26 ottobre 1947, con un solenne documento redatto di pugno e firmato dal beato don Timoteo Giaccardo, il più stretto collaboratore di Don Alberione, la comunità paolina viene costituita pure come «Casa degli Scrittori» e, oltre all’impegno parrocchiale, si dedica alla redazione di libri; ma pochi mesi dopo, questo titolo prestigioso e questo compito vengono stabilmente affidati a un’altra comunità paolina, costituita “ad hoc” nella Villa De Gregorio di Albano Laziale.
«Nel 1950 fu possibile finalmente costruire la cripta della Chiesa per iniziativa coraggiosa dei Revv. Don Stella Carlo e Don Fornasari Eugenio che in due tempi erano succeduti a don Pietro come economi parroci. I debiti purtroppo costrinsero ad una nuova battuta di arresto e solo nel 1957, dopo laboriose pratiche presso il Ministero del Lavoro, Opere del Lazio, per interessamento diretto del Card. Clemente Micara di v.m., ottenni l’approvazione del progetto definitivo del Tempio e il contributo statale per il rustico di 40 milioni (legge Aldisio). La Pia Società San Paolo contribuì con l’imprestito di altri 50 milioni. La lapide in marmo nell’ambulacro dell’ingresso destro della facciata ricorda il fausto avvenimento» (don Pietro).
«Gli anni ’50 e ’60 sono di sostanziale trasformazione dell’ambiente e delle strutture del territorio del Buon Pastore. Il tempo è caratterizzato da un prodigioso incremento edilizio, con il completamento delle grandi arterie di raccordo tra il centro di Roma e l’EUR. C’è un ricambio sostanziale della popolazione. La parrocchia cresce a dismisura, cambia il livello di cultura e la stratificazione socio-politica. Finisce la temperie spirituale “missionaria”, per dar luogo al consueto dinamismo spirituale di una grande parrocchia di città» (don Fornasari).
«Don Eugenio Fornasari nel 1951 si lanciò nell’impresa di dotare la parrocchia d’una sala cinematografica a passo normale, giacché la Borgata era priva di sala pubblica. Il cinema parrocchiale, gestito dalla Parrocchia e poi appaltato a persona di fiducia nella duplice versione invernale ed estiva (all’aperto), funzionò egregiamente fino agli anni ’70».
Il 18 marzo 1959 il Tempio e l’Altare Maggiore vengono consacrati dal Vicegerente del Vicariato, poi card. Luigi Traglia.
Il 10 marzo 1963, la Parrocchia riceve la visita del beato papa Giovanni XXIII, che al termine di quella giornata scrive nel suo Diario personale: «Alle ore 5 visita stazionale alla chiesa parrocchiale del Buon Pastore alla Laurentina, un vastissimo quartiere nuovo. Ma quale trionfo popolare per il Papa; uno certo dei più imponenti e impressionanti, come fervore di anime cristiane piene di rispetto e di devozione. E quanti giovani e figliole, in atto di vivo compiacimento: ben al di là di quanto sembrava doversi temere. Sit nomen Domini benedictum. Degno di speciale rispetto il Parroco Pier Luigi Occelli PSSP [Pia Società San Paolo], Parroco di Gesù Buon Pastore».
Gli ultimi trent’anni sono stati caratterizzati nella nostra parrocchia, come del resto in tutta l’Italia e anzi in tutto il mondo occidentale, da un processo di invecchiamento e da ripetuti fenomeni di scristianizzazione a livello individuale, familiare e sociale.
Il 12 dicembre 1982 Giovanni Paolo II si reca in visita pastorale alla Parrocchia Gesù Buon Pastore, trattenendovisi per diverse ore; qualche giorno prima il papa aveva invitato a pranzo il parroco don Lino Brazzo con i collaboratori per uno scambio diretto di informazioni.
Il 3 maggio 1985 Giovanni Paolo II eleva il Tempio del Buon Pastore a “titolo cardinalizio” e nel concistoro del 25 maggio 1985 ne proclama titolare il neo cardinale Josef Tomko; nel 1996 il “titolo” passa al card. Francis Stafford. Nel 2010 il titolo passa al Card Velasio De Paolis C.E.
Il 01/01/1987 il Vicario di Roma card. Ugo Poletti nomina parroco don Alberto Fusi, che il 07/02/1987 celebra la Messa con il Vescovo ausiliare mons. Clemente Riva.
Il 23/10/1993 viene “dedicato” il nuovo Altare.
Nel 1996 c’è la costituzione dell’Oratorio che nell’aprile 1999 viene dedicato al beato Piergiorgio Frassati. L’Oratorio e la palestra restaurati con un ingente sforzo economico permettono un contatto vivo con tanti ragazzi e anche persone che non frequentano abitualmente la parrocchia.
Nell’aprile 1997 c’è in parrocchia l’Ordinazione diaconale di don Roberto Ponti. Il 1°/04/2000, Giubileo parrocchiale con Pellegrinaggio alla Basilica di San Paolo fuori le mura.
Il 15/10/2006 c’è in parrocchia la Professione perpetua del chierico paolino Stefano Stimamiglio.

Sacerdoti che hanno “servito” in questo periodo la nostra comunità parrocchiale.
1. I Parroci
I nostri anziani hanno spesso pensato che il primo parroco e quindi fondatore della nostra parrocchia sia stato il notissimo e da loro amatissimo «Don Pietro», talmente noto col suo nome che persino spesso ne ignoravano il cognome. In realtà, egli fu soltanto il terzo, preceduto da altri due confratelli, don Giacomo Bonaventura Baricalla (* 3 ottobre 1907 a Rocca Cigliè [Cuneo]) e don Angelo M. Francesco di Sales Fenoglio (*25 novembre 1893 a Gorzegno [Cuneo]), che però restarono in carica pochissimi mesi, il primo perché venne mandato in missione negli Stati Uniti e il secondo perché si dovette ritirare per motivi di salute. In mancanza di altri documenti, abbiamo derivato dal Registro dei Battesimi l’informazione che don Baricalla fu parroco per poco più di un mese perché egli firmò il Registro come parroco dall’11 febbraio al 21 marzo 1937; a sua volta, don Fenoglio firmò come parroco dal 28 marzo 1937 al 31 luglio 1938, mentre don Occelli firmò come “delegato parroco” già dal 14 agosto 1938 (e in questa stessa data celebrò anche un matrimonio come “delegato dal parroco”).
Don Baricalla rimase negli USA per un decennio (1938-1948); dopo essere rientrato in Italia, risiedette per molti anni a Milano e Cinisello Balsamo; nel 1965 fu trasferito a Roma, dove per trent’anni si dedicò alla Tenuta agricola di Porta Medaglia; trasferito ad Alba [Cuneo] presso l’infermeria di Casa Madre dei Paolini, vi morì il 16 dicembre 1996 e venne sepolto nella cappella funebre dei Paolini. – Don Fenoglio fu tra i primi religiosi paolini professi ed era sacerdote dal 29 giugno 1922; nonostante la salute cagionevole fu attivo ancora per molti anni; proprio il 28 marzo 1937 ricevette anche l’incarico di direttore del periodico per ragazzi Il Giornalino, e nel 1947-48 ricoprì l’incarico di Superiore della Casa generalizia; morì il 24 gennaio 1980 ad Albano Laziale (Roma) ed è sepolto nel cimitero Flaminio di Roma.
E così il 20 ottobre 1938 venne ufficialmente nominato “economo” don Pier Luigi Occelli (* 13 novembre 1903 a Busca [Cuneo]; + 26 dicembre 1994 ad Albano Laziale); egli sarebbe stato in quell’incarico – con una sospensione dal 1945 al 1955 – fino all’8 aprile 1970 quando, «dopo trentadue anni di servizio pastorale nella Parrocchia di Gesù Buon Pastore, sentendomi stanco e bisognoso di riposo (67 anni, tempo maturo per lasciare gli incarichi)», come scrisse egli stesso in una lettera ai Superiori, si dimise ufficialmente dall’ufficio di Parroco e di Rettore del Tempio Votivo, restando però in parrocchia come Vicario parrocchiale. Per altre informazioni su di lui cfr. qui sotto.
Fin dal 1938, al fianco di don Pietro ci fu don Carlo M. Agostino Stella (* 18 ottobre 1913 a Monforte d’Alba [Cuneo], sacerdote dal 18 dicembre 1937 e subito inserito come Vicario parrocchiale al Buon Pastore); don Carlo sostituì don Pietro come parroco dopo il gravissimo incidente stradale che lo colpì a Novi Ligure il 23 agosto 1945, mentre era in viaggio in macchina per il nord insieme con Don Alberione; nel 1950 don Stella venne trasferito ad Alba come Direttore del setti manale diocesano Gazzetta d’Alba e in Casa Madre morì il 1° aprile 1973. Il suo necrologio, firmato dal Superiore generale di allora don Damaso Zanoni, attestava tra l’altro:
«Nell’anno seguente la sua ordinazione è qui a Roma come Vice-Parroco della nascente Parrocchia del Buon Pastore e vi rimase fino al 1950. […] Come Sacerdote, qui a Roma in qualità di Vice-Parroco e poi Parroco, seppe costruire materialmente e pastoralmente la Parrocchia. Oggi la zona è densamente popolata di persone in gran parte benestanti. Quando egli vi giunse vi erano solo baraccati che avevano bisogno di lavoro, di mezzi, di pane. Si era in tempo di guerra e dopo-guerra. Non fu un periodo facile, ma di grandi sacrifici e di assoluta abnegazione. Più volte dovette organizzare viaggi con autotreni al nord, per caricare riso e sostenere la comunità e soprattutto i parrocchiani. Non tutti vedevano bene questi viaggi, ma non tutti conoscevano la vera fame che esisteva in quella zona. Ed egli non poteva dire solo buone parole a chi gli chiedeva pane.
Con intelligenza, sacrificio, abnegazione, riuscì a sfamare i parrocchiani e a creare tra quelle baracche una autentica vita cristiana. Riuscì anche a costruire le fondamenta della chiesa con la cripta che servì per lunghi anni come chiesa. Edificò la casa parrocchiale e le sale di riunioni per le varie categorie di persone. Quando lasciò la Parrocchia, dopo 12 anni, fu per lui un grande sacrificio, e fu un grande sacrificio anche per i parrocchiani che lo stimavano e lo amavano.
La sua predicazione era costante, chiara, pratica, e rispondeva pienamente alle esigenze del suo gregge, che doveva lottare con la miseria, ma al quale seppe trovare posti di lavoro, infondere fiducia e la volontà di uscire dalla propria miseria. Fu un vero missionario in una zona depressa alla periferia di Roma
».
Dal 4 ottobre 1942 al 6 novembre 1945 fu presso la parrocchia come vice-parroco aggiunto anche don Eugenio Giovanni Fornasari (* 16 luglio 1915 a Pianello Val Tidone [Piacenza]), che dal 9 gennaio 1950 al 1° settembre 1955 fu economo parroco (e poi subito dopo divenne Rettore del Santuario Regina Apostolorum); attualmente vive ad Alba, ancora impegnato nella predicazione e nella redazione di libri, l’ultimo dei quali riguarda la sua “concittadina” suor Leonella Sgorbati, Missionaria della Consolata uccisa il 17 settembre 2006 a Mogadiscio (Somalia) mentre si recava all’ospedale in cui prestava servizio.
Nel 1955, dunque, venne di nuovo nominato parroco don Pietro, che avrebbe poi portato avanti questo servizio fino al 1970. E anzi fu proprio lui, il 25 gennaio 1957, ad essere nominato da Pio XII formalmente «parroco di pieno diritto e subito si provvedeva al riconoscimento civile-giuridico della parrocchia» (don Pietro).
A lui sarebbero poi succeduti, nell’ordine: don Angelo Attilio Giovanni Bellanzon (* 22 aprile 1920 a Villanova del Ghebbo [Rovigo]; + 31 maggio 2003 ad Albano Laziale), parroco dal 1970 al 1974; il 25 settembre 1970, il Superiore generale don Zanoni lo “presentò” al cardinale vicario Angelo Dell’Acqua dicendo che «negli anni passati (don Bellanzon) si occupò per qualche tempo della cura dei giovani nella stessa Parrocchia del Buon Pastore e da molti anni ha avuto la cura domenicale dei fedeli nel Santuario della Regina degli Apostoli». In questo Santuario-Parrocchia egli tornò ad esercitare il ministero dal 1974 al 1989, poi venne trasferito ad Albano Laziale, dove concluse la sua vita;
don Salvatore Pierpaolo Caruana (* 4 luglio 1918 ad Alessandria d’Egitto), parroco dal 1974 al 1980; fu anche vice parroco dal 1950 al 1974; concluso il suo servizio al Buon Pastore, fu vice-parroco e confessore presso la Basilica di San Paolo. E’ deceduto alcuni anni fa nella casa Generalizia di Via Alessandro Severo e don Lino Francesco Brazzo (* 8 febbraio 1934 a Villadose [Rovigo] morto a Roma nel 2013), parroco dal 1980 al 1986; dopo impegnato come Cappellano presso l’Ospedale C.T.O della Garbatella). Appunto durante il “servizio” di don Brazzo, la Parrocchia ha vissuto altri due momenti storici: il 12 dicembre 1982 si è recato in visita pastorale alla Parrocchia Gesù Buon Pastore Giovanni Paolo II che qualche giorno prima aveva invitato a pranzo il parroco con i collaboratori per uno scambio diretto di informazioni; inoltre il 3 maggio 1985 Giovanni Paolo II elevò il Tempio del Buon Pastore a “titolo cardinalizio” e nel concistoro del 25 maggio 1985 ne proclamò titolare il neo cardinale Josef Tomko, Prefetto della S. Congregazione per l’Evangelizzazione dei popoli (già Propaganda Fide); nel 1996 il “titolo” è passato al card. Francis Stafford, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici.
Il 1° gennaio 1987, il cardinale Vicario di Roma, Ugo Poletti, ha nominato parroco don Alberto Mauro Fusi (* 21 ottobre 1947 a Solaro [Milano]; professo paolino dal 1966; ordinato sacerdote il 29 giugno 1975 nella Basilica di San Pietro da Sua Santità Paolo VI; ha frequentato gli studi di teologia presso il “Seraphicum” e ha conseguito la licenza in teologia con specializzazione in Liturgia presso l’Ateneo “Sant’Anselmo” nel 1976; era vicario parrocchiale a Gesù Buon Pastore dal 1979). Il 14 febbraio 1999 il card. Ruini lo ha nominato Assistente Ecclesiastico Diocesano dell’Azione Cattolica. Attualmente è procuratore generale della Famiglia Paolina e vive in Vaticano.
Dal 2009 al 2011 è stato Parroco Don Luigi Giovannini attualmente residente presso la Casa Generalizia di Via Alessandro Sebevo.

Dal 2011 è Parroco Don Dino Mulassano

2. Vita e opere di don Pietro Occelli
Con una lettera dattiloscritta di cui conserviamo una copia senza firma, ma che è sicuramente del beato don Giacomo Alberione, l’11 ottobre 1938, il Fondatore dei Paolini scriveva:
«Eminentissimo Cardinal Vicario di S. Santità. ROMA. Baciando la sacra Porpora espongo quanto segue: ho potuto liberare da altri uffici il Sac. Don PIETRO OCCELLI della Pia Società S. Paolo. / Egli si trova sui 35 anni di età; ha frequentate le scuole pubbliche, conseguendo presso la Regia Università di Torino la Laurea in diritto civile. E’ anche sottoufficiale dell’esercito. / Entrato poi nella Pia Società S. Paolo, divenne Sacerdote da Sei [sic] anni; in questo tempo ebbe uffici delicati sempre esercitati con soddisfazione: direttore spirituale ai Chierici, scuola di diritto canonico, compiti nell’Azione Cattolica, ecc. / E’ pio, zelante, colto, prudente, perciò lo propongo come Parroco alla Parrocchia di Gesù Buon Pastore borgata Laurentina Roma in sostituzione di D. Fenoglio Angelo che trovasi poco bene in salute, e colà vi è molto lavoro. / Perdonate, Eminenza, i nostri molti disturbi e vogliate benedirci, mentre baciamo la Sacra Porpora. Umil.mo [senza firma]. Roma, 11 Ottobre 1938».
Questo bell’elogio a don Pietro, da parte di chi lo conosceva bene e che lo avrebbe poi scelto successivamente come suo stretto collaboratore per la “direzione” generale della Società San Paolo (don Pietro fu infatti scelto dal Fondatore come “Consigliere generale”), trova conferma nella valutazione essenziale ma significativa che un altro beato, il papa Giovanni XXIII, registrò nel suo Diario personale il 10 marzo 1963, dopo avere fatto visita alla nostra Parrocchia:
«Alle ore 5 visita stazionale alla chiesa parrocchiale del Buon Pastore alla Laurentina, un vastissimo quartiere nuovo. Ma quale trionfo popolare per il Papa; uno certo dei più imponenti e impressionanti, come fervore di anime cristiane piene di rispetto e di devozione. E quanti giovani e figliole, in atto di vivo compiacimento: ben al di là di quanto sembrava doversi temere. Sit nomen Domini benedictum. Degno di speciale rispetto il Parroco Pier Luigi Occelli PSSP [Pia Società San Paolo], Parroco di Gesù Buon Pastore».
Nei suoi ultimi anni non mancarono le amarezze per il caro “Don Pietro” che però, da buon polemista qual era, non mancò di protestare energicamente, spesso con la macchina da scrivere e talvolta persino con articoli e libri che hanno riguardato proprio la nostra Parrocchia e il grande evento storico del 10 settembre 1943; citiamo in particolare: Parrocchia e tempio votivo (di) Gesù Buon Pastore, Roma s.d. (probabilmente 1968), 52 pp.; Rievocazione della battaglia della Montagnola, 10 settembre 1943, Roma s.d., 22 pp.; La battaglia della Montagnola, Roma 1976, varie edizioni; specialmente Pause stazionali e Tempio “Gesù Buon Pastore”, Roma, Via Perna, 3 (00142 Roma); Tipo-Litografia Proietti, Roma s.a., pp. 167, di cui 113-166 di foto a un colore.

3. Altri sacerdoti collaboratori dei primi cinque anni
Dal citato Registro dei Battesimi possiamo ricavare i nomi di numerosi sacerdoti paolini che operarono più o meno ampiamente e a lungo agli inizi della nostra Parrocchia, senza dimenticare che alcuni di loro operarono anche presso altre parrocchie o cappellanie dell’Agro Romano, considerato allora una vera e propria terra di missione anche per la mancanza di strutture parrocchiali vere e proprie. E’ noto ad esempio che don Alberione accettò due parrocchie nella diocesi suburbicaria di Albano Laziale (Roma), a Pomezia e a Borgo Montello, ma le si dovette abbandonare ben presto per impossibilità di avere dei Sacerdoti adatti a fare il parroco. A Pomezia fu mandato don Antonio Timoteo Brossa (1907-1984) e a Borgo Montello don Alfredo Filippo Manera (18971941).
In effetti il nome di don Antonio Brossa ricorre moltissime volte nel Registro dei Battesimi della nostra Parrocchia già a partire dal 3 aprile 1937, così come ricorrono quelli di don Angelo Segato (a partire dal 28 marzo 1937), don Carlo Stella (dall’11 settembre 1938; già citato sopra come parroco), don Agostino Giovanni Battista Ghione (dal 18 settembre 1938; don Ghione morì nella nostra parrocchia il 3 febbraio 1960, dopo essere stato per un certo periodo missionario in Cina).
Oltre a questi confratelli Paolini che furono ripetutamente e abbastanza a lungo coinvolti nel ministero presso la nostra Parrocchia, ce ne sono stati molti altri il cui nome ricorre più o meno occasionalmente nel citato Registro dei Battesimi. Ci sembra doveroso ricordare quelli che ricorrono fino al termine del 1942, anche perché si tratta di personaggi spesso di primo piano nella storia della Società San Paolo e quindi della Famiglia Paolina sia in Italia che all’estero. Li citiamo in ordine alfabetico: don Giuseppe Barbero, don Giovanni Casaliggi, don Andrea Damino, don Carlo Tommaso Dragone, don Federico Muzzarelli, don Aurelio Nosetti, don Angelo-Dionigi Pettinati, don Guido Pettinati, don Giovanni Roatta, don Settimio Sirito, don Attilio Tempra, don Giovanni Tomatis, don Raffaele Tonni, don Basilio Zecchinati.
4. Sacerdoti residenti
Come abbiamo visto, fin dal principio accanto a don Pietro e ai parroci che si sono avvicendati ci sono sempre stati altri sacerdoti che forse sarebbe opportuno ricordare, specialmente quelli che hanno trascorso in parrocchia un periodo più o meno lungo e più o meno formalmente riconosciuti per il loro “servizio”, affinché il loro ricordo non svanisca del tutto. Li ricordiamo tutti in ordine alfabetico, indicando l’anno di nascita e di morte di quelli che il Signore ha già chiamati al “premio”. Speriamo di non dimenticare nessuno. In carattere più scuro evidenziamo quelli che collaborano attualmente con il parroco don Alberto Fusi. Alenchery Roberto Botti Ermenegildo Ulderico Enrico (1917-2006) Bracchi Cesare Pio (1915-2001) Caputo Carmine Giuseppe (1917-2002) Casolari Nelson Gabriele Colombo Ettore Cupello Francesco Mario Damino Andrea Dante Innocenzo Gialletti Bruno (1925-1997) Giovannini Luigi Agostino Gironi Primo Marone Luigi Mastrandrea Giuseppangelo Mulassano Dino Ponti Roberto Ranieri Luigi M. Igino (1919-1982) Sartor Leo (1929-2007) Soligo Palmiro M. Agapito (1919-1978) Sparacio Vincenzo Domenico (1924-2001) Stimamiglio Stefano (diacono) Thenasseril Damaso Tonni Raffaele Ildefonso (1915-1995) Ventricelli Vito Antonio

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