Costruiti di incontri

https://xn--l1aadcbk.xn--p1ai/files/2015/10/%D0%BF%D0%B5%D1%81%D0%BE%D1%87%D0%BD%D1%8B%D0%B5-%D1%87%D0%B0%D1%81%D1%8B-%D0%B2%D1%80%D0%B5%D0%BC%D1%8F.jpgCari fratelli e sorelle,
Non posso nascondervi che oggi – davanti a queste righe, che vorrei potessero raggiungere ciascuno di voi, fedeli e abitanti della Montagnola – mi prende un nodo d’emozione, che a fatica riesco a dominare. Ricordo che cosa scrivevo su questo foglio, la prima volta, nel settembre di tre anni fa, riprendendo le parole dell’Apostolo Paolo a Efeso: «Vi affido al Signore e alla Parola della sua grazia». E così esplicitavo: «Con queste righe busso alle porte delle vostre case e, non senza trepidazione, alla “porta” dei vostri cuori. Lo faccio, non per chiedere attenzione a questa mia “lettera” ma alla “Lettera” che Dio ci ha inviato. Sì, al centro del cammino della nostra comunità parrocchiale intendiamo mettere la Sua Parola perché illumini i nostri passi nelle diverse situazioni, esaltanti e dolorose, che attraversano la vita e ci attraversano… Per parte mia e di quanti condivideranno con me il servizio pastorale in questa porzione della Chiesa di Roma vogliamo essere i servitori di questa Parola… e vogliamo spenderci per costruire relazioni». Settimana dopo settimana, giorno dopo giorno, questo è stato – pur con tutte le mie fragilità e inadempienze – il mio impegno. Una fedeltà che non avrei voluto fosse violata… Mi rimane la coscienza di avere molto da farmi perdonare. Ma anche la consapevolezza di aver ricevuto tanto. Molto. Mi avete aiutato. Mi avete aiutato a essere prete, fuggendo dalle distorsioni clericali. Rimango costruito dall’incontro con voi (e come vorrei chiamare ciascuno di voi per nome…). Ogni incontro custodisce un volto. Per questo il vero dono è l’altro, sono le persone, anche a dispetto, paradossalmente, delle nostre e altrui resistenze. Dall’incontro e nell’incontro nasce l’ascolto, paziente, misericordioso, cordiale, capace di rilanciare, di riaprire strade che apparivano chiuse, di riprendere sentieri. Ascoltare – è stato detto – è un affettuoso regalo che facciamo a chi sta cercando di dirci qualcosa. Ma più spesso è un grande regalo per chi si è messo ad ascoltare. Parole essenziali: incontro e ascolto. Costruiti di incontri, capaci di ascolto. Per dirla con Qoèlet, il sapiente biblico, c’è un tempo per ogni cosa… un tempo per cominciare e c’è un tempo per finire. E c’è un tempo per chiudere e c’è un tempo per aprire. Chi riapre è sempre Lui, il Buon Pastore. È lui che continua a fissare il suo sguardo su tutti voi. Uno sguardo, il Suo, a perdita d’occhio. Sia Lui a cercarvi, a rialzarvi, a condurvi, a guidarvi, ad abbracciarvi con la tenerezza che è propria del pastore. Al Buon Pastore continuerò ad affidare tutti voi: vi insegni ad attraversare gioie e speranze, tristezze e angosce per scoprire insieme che sempre c’è una nuova alba che sorge, ad illuminare ogni giornata. Con me vi salutano don Nelson Casolari e don Tommaso Mastrandrea. Invoco la benedizione divina su monsignor Victor Hugo Compean Marquez, che dal prossimo 30 giugno assumerà il servizio pastorale di Gesù Buon Pastore. Ricordateci nelle vostre preghiere. Un abbraccio fraterno
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on Vincenzo Marras

2018_06_24 Avvisi

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