Come Samaritani, accanto ai poveri

Cari fratelli e sorelle,

celebriamo oggi, 19 novembre, la prima Giornata mondiale dei poveri, istituita da Papa Francesco come segno del Giubileo della Misericordia, che ci stimola a rendere concrete parole come solidarietà, ascolto e gratuità. Per una fortunata coincidenza, la nostra comunità parrocchiale, le attuerà proprio oggi, presso la Stazione Termini, incontrando le sorelle e i fratelli più bisognosi, offrendo loro un pasto e distribuendo i sacchetti che in tanti, con generosità, preparano e portano in parrocchia. Questa giornata non può non coinvolgerci perché apre sfide cui non possiamo sottrarci. È sufficiente riprendere solo alcuni dati del Rapporto sulla povertà a Roma, che la Caritas ha presentato, giusto una settimana fa. Roma, vi si legge, continua ad essere capitale anche della povertà, che colpisce per lo più anziani, giovani precari e famiglie con figli. Ma la povertà può assumere anche sembianze imprevedibili: forme di vero e proprio barbonismo domestico, cioè persone in abbandono totale pur essendo proprietari di una casa. Tra i dati più preoccupanti del Rapporto quello sugli anziani: uno su tre nella Capitale è a rischio povertà. Resta poi il dramma dei giovani senza lavoro o precari. I cosiddetti “nuovi poveri” sono anche nelle fasce del disagio più marcato: tra le persone che vivono in strada il 45% sono italiani e il 33,5% possiede un diploma di scuola superiore. Tra questi, tanti sono vittime delle “dipendenze”: alle droghe e all’alcol si aggiunge sempre più quella del gioco d’azzardo, che nel Lazio solo nel corso del 2016 ha mosso quasi 8 miliardi di euro. Davanti a questi pochi dati, la sfida è e rimane l’icona del Samaritano: andare incontro all’altro, favorendo e creando relazioni. «Non attendiamo che la carità sorga spontanea per farla, non attendiamo di essere attratti dai poveri per aiutarli», è l’appello di monsignor Angelo De Donatis, vicario del Santo Padre per la diocesi di Roma: lasciamoci «contagiare dallo stile di Dio, mettendo al centro non il nostro sentire ma l’altro». «Non lasciamoli soli» è l’invito di Papa Francesco: non restiamo inerti e rassegnati. La Domenica della Parola, che celebreremo il prossimo 26 novembre continuerà a suggerirci gesti e atteggiamenti di attenzione e vicinanza. Affido tutti e ciascuno a Gesù Buon Pastore. Ricordateci nelle vostre preghiere.
don Vincenzo Marras

2017_11_19 Avvisi