Cenni storici 2

… anche le suore Pastorelle, la quarta Congregazione della Famiglia Paolina fondata da Don Alberione nel 1938 per collaborare direttamente con i parroci, prestano il loro ministero pastorale presso la parrocchia del “Buon Pastore”, abitando in Via Casamari, fino al 1943 e poi lo riprendono per un breve periodo negli anni 1973-1975.

1940-1945

Il 23 luglio 1940 il Comune di Roma firma la licenza per costruzione della chiesa parrocchiale, ma lo scoppio della guerra mondiale rallenta e poi blocca i lavori di costruzione della chiesa e della abitazione dei sacerdoti già programmati. Bloccati anche i lavori di EUR-42, la fonte di sussistenza di tutta questa popolazione è il commercio della cicoria (si parla addirittura della “repubblica della cicoria”).

Questo drammatico periodo può essere sintetizzato in quattro “capitoli”

a. La storica Battaglia della Montagnola del 10 settembre 1943: è il sanguinoso scontro tra le forze dominanti tedesche e la “resistenza” romana (militari come i granatieri, i bersaglieri e i carabinieri, ma anche molta gente del “popolo”) in conseguenza del quale morirono 56 persone (45 militari e 11 civili): essa è stata ripetutamente e doverosamente ricordata e celebrata da don Pietro che ne ha anche difeso la “memoria” pretendendo talvolta con linguaggio molto violento che venisse onorata la memoria dei “Caduti della Montagnola” con un “parco” a loro dedicato proprio dinanzi alla chiesa parrocchiale; del resto, fin dal 26 dicembre 1941 Pio XII aveva approvato il titolo di Tempio Nazionale dei Caduti all’erigenda Chiesa Parrocchiale «Gesù Buon Pastore».

b. L’ospitalità per i perseguitati: durante i nove mesi della dominazione nazista di Roma del 1943-44, molti abitanti della Montagnola si rifugiano nelle terre di origine, ma vengono prontamente “rimpiazzati” da 4.000 fuggiaschi bisognosi di un tetto e di un pane; in particolare, «nella casa ospitale della Parrocchia furono accolti nel 1943-44 i fratelli israeliti cercati a morte, per odio di razza, e molti alti ufficiali dell’Esercito disertori e magistrati della vecchia e delusa compagine fascista» (don Pietro). Don Fornasari, presente in parrocchia dal 4 ottobre 1942 come Vice parroco aggiunto, attesta che dopo il 16 ottobre 1943 «23 israeliti, giovani e anziani (tra essi i commercianti di tessuti Pace e Benedetti), i due giovani Terracini, valenti violinisti, e altri furono ospiti e commensali per tutti i nove mesi nei quali il tallone tedesco calcò il suolo di Roma».

c. Diversi giovani della parrocchia sono tra i primi testimoni del tragico eccidio delle Fosse Ardeatine avvenuto nel pomeriggio di venerdì 24 marzo 1943: ancora don Fornasari ne ha fatto una descrizione accurata e infervorata nell’opuscolo Ricordo di don Pietro.

d. Diaconia della carità: «Liberata Roma dai tedeschi, l’equipe parrocchiale fondò una Cooperativa alimentare tra gli iscritti alla Pia Unione di Sant’Antonio (700 in tutto). I giovani del circolo giovanile Pier Giorgio Frassati di Azione Cattolica che, durante la dominazione nazista si erano costituiti in banda di Patrioti cristiani sotto il comando del Gen. Rodolfo Cortellessa, erano la forza operativa. Una scolta di questi aveva sottratto ai tedeschi in fuga un camion, con il quale si fecero utili uscite da Roma per l’acquisto di derrate in Abruzzo, nelle Marche, in Toscana, Piemonte e Lombardia. […] Il famoso camion “de li preti della Montagnola” fece gloriosa fine. Quando fu girato il film Roma città aperta capolavoro di Roberto Rossellini, divenne una “star”, comparendo come protagonista con Anna Magnani e Aldo Fabrizi in lunghe e tragiche sequenze» (don Fornasari).

Il dopoguerra.

Il 26 ottobre 1947, con un solenne documento redatto di pugno e firmato dal beato don Timoteo Giaccardo, il più stretto collaboratore di Don Alberione, la comunità paolina viene costituita pure come «Casa degli Scrittori» e, oltre all’impegno parrocchiale, si dedica alla redazione di libri; ma pochi mesi dopo, questo titolo prestigioso e questo compito vengono stabilmente affidati a un’altra comunità paolina, costituita “ad hoc” nella Villa De Gregorio di Albano Laziale.

«Nel 1950 fu possibile finalmente costruire la cripta della Chiesa per iniziativa coraggiosa dei Revv. Don Stella Carlo e Don Fornasari Eugenio che in due tempi erano succeduti a don Pietro come economi parroci. I debiti purtroppo costrinsero ad una nuova battuta di arresto e solo nel 1957, dopo laboriose pratiche presso il Ministero del Lavoro, Opere del Lazio, per interessamento diretto del Card. Clemente Micara di v.m., ottenni l’approvazione del progetto definitivo del Tempio e il contributo statale per il rustico di 40 milioni (legge Aldisio). La Pia Società San Paolo contribuì con l’imprestito di altri 50 milioni. La lapide in marmo nell’ambulacro dell’ingresso destro della facciata ricorda il fausto avvenimento» (don Pietro).

«Gli anni ’50 e ’60 sono di sostanziale trasformazione dell’ambiente e delle strutture del territorio del Buon Pastore. Il tempo è caratterizzato da un prodigioso incremento edilizio, con il completamento delle grandi arterie di raccordo tra il centro di Roma e l’EUR. C’è un ricambio sostanziale della popolazione. La parrocchia cresce a dismisura, cambia il livello di cultura e la stratificazione socio-politica. Finisce la temperie spirituale “missionaria”, per dar luogo al consueto dinamismo spirituale di una grande parrocchia di città» (don Fornasari).

«Don Eugenio Fornasari nel 1951 si lanciò nell’impresa di dotare la parrocchia d’una sala cinematografica a passo normale, giacché la Borgata era priva di sala pubblica. Il cinema parrocchiale, gestito dalla Parrocchia e poi appaltato a persona di fiducia nella duplice versione invernale ed estiva (all’aperto), funzionò egregiamente fino agli anni ’70».

Il 18 marzo 1959 il Tempio e l’Altare Maggiore vengono consacrati dal Vicegerente del Vicariato, poi card. Luigi Traglia.

Il 10 marzo 1963, la Parrocchia riceve la visita del beato papa Giovanni XXIII, che al termine di quella giornata scrive nel suo Diario personale: «Alle ore 5 visita stazionale alla chiesa parrocchiale del Buon Pastore alla Laurentina, un vastissimo quartiere nuovo. Ma quale trionfo popolare per il Papa; uno certo dei più imponenti e impressionanti, come fervore di anime cristiane piene di rispetto e di devozione. E quanti giovani e figliole, in atto di vivo compiacimento: ben al di là di quanto sembrava doversi temere. Sit nomen Domini benedictum. Degno di speciale rispetto il Parroco Pier Luigi Occelli PSSP [Pia Società San Paolo], Parroco di Gesù Buon Pastore».

I tempi recenti.

Gli ultimi trent’anni sono stati caratterizzati nella nostra parrocchia, come del resto in tutta l’Italia e anzi in tutto il mondo occidentale, da un processo di invecchiamento e da ripetuti fenomeni di scristianizzazione a livello individuale, familiare e sociale.

Il 12 dicembre 1982 Giovanni Paolo II si reca in visita pastorale alla Parrocchia Gesù Buon Pastore, trattenendovisi per diverse ore; qualche giorno prima il papa aveva invitato a pranzo il parroco don Lino Brazzo con i collaboratori per uno scambio diretto di informazioni.

Il 3 maggio 1985 Giovanni Paolo II eleva il Tempio del Buon Pastore a “titolo cardinalizio” e nel concistoro del 25 maggio 1985 ne proclama titolare il neo cardinale Josef Tomko; nel 1996 il “titolo” passa al card. Francis Stafford. Nel 2010 il titolo passa al Card Velasio De Paolis C.E. Il 01 gennaio 1987 il Vicario di Roma card. Ugo Poletti nomina parroco don Alberto Fusi, che il 07/02/1987 celebra la Messa con il Vescovo ausiliare mons. Clemente Riva. Il 23 ottobre 1993 viene “dedicato” il nuovo Altare. Nel 1996 c’è la costituzione dell’Oratorio che nell’aprile 1999 viene dedicato al beato Piergiorgio Frassati. L’Oratorio e la palestra restaurati con un ingente sforzo economico permettono un contatto vivo con tanti ragazzi e anche persone che non frequentano abitualmente la parrocchia. Nell’aprile 1997 c’è in parrocchia l’Ordinazione diaconale di don Roberto Ponti. Il 1 aprile 2000, Giubileo parrocchiale con Pellegrinaggio alla Basilica di San Paolo fuori le mura. Il 15 ottobre 2006 c’è in parrocchia la Professione perpetua del chierico paolino Stefano Stimamiglio. [warning]continua[/warning]