Le “tracce di cammino” che ci ha dato il Vicario di Roma

Cari fratelli e sorelle,

Tornare «alle sorgenti della Parola» e lasciarsi provocare «dalla carne degli uomini che è chiamata a servire». Sono le indicazioni del Vicario di Roma, monsignor Angelo De Donatis, nell’incontro con sacerdoti e diaconi permanenti, lunedì 18 settembre, a San Giovanni in Laterano (al mattino con i parroci e i sacerdoti, e alla sera con gli operatori pastorali laici delle parrocchie romane), nella giornata conclusiva del Convegno diocesano. Al centro delle “tracce di cammino”, come le ha definite monsignor De Donatis, una pagina degli Atti degli Apostoli (20,7-12) con l’immagine del giovane Eutico, che «preso da un sonno profondo» mentre l’Apostolo Paolo parlava, «cadde dal terzo piano e venne raccolto morto». Eutico, ha detto il Vicario, può essere visto come «simbolo dei giovani della nostra città». Più in particolare, ha detto, «la componente giovanile delle nostre comunità si è lentamente spostata alla finestra e si è addormentata. Forse abbiamo parlato troppo di cose che poco avevano a che fare con la vita, ci è mancata l’empatia». Eppure, ha assicurato, «nel cuore di ognuno dei ragazzi di questa città c’è un desiderio profondo di Dio», espresso «in mille maniere diverse: voglia di raccontarsi, di sperimentare, di provare “la vertigine”; bisogno profondo di stare con gli altri, di superare l’isolamento, di trovare accoglienza e punti di riferimento tra gli adulti; rifiuto dei formalismi, delle relazioni non autentiche, degli spazi rigidi e non vitali». Il Vicario di Roma – a suggerire lo stile e l’atteggiamento che come comunità cristiana dobbiamo assumere – ha quindi messo in evidenza la reazione dell’Apostolo, che si è gettato su di lui e lo ha abbracciato. «Il gesto di Paolo è esattamente quello che noi, comunità cristiana, siamo chiamati ad attualizzare: lasciare tutte le altre occupazioni, buttarci addosso a lui per abbracciarlo e ridonargli la vita dello Spirito». In ogni caso, ha detto, «la priorità non va data alle “cose da fare”. Ciò che è più importante è maturare atteggiamenti nuovi e far partire dei processi». Per questo, ha precisato, dobbiamo guarire dalle “malattie spirituali”. Scaturisce da qui l’indicazione concreta del Vicario per il prossimo anno pastorale: «ogni comunità parrocchiale, ogni realtà ecclesiale, rifletta con franchezza su quale sia la “sua” malattia spirituale». E per individuarla, il vescovo ci ha suggerito di riprendere in mano l’esortazione apostolica di Papa Francesco, Evangelii gaudium, laddove, nel secondo capitolo, affrontando “la crisi dell’impegno comunitario”, parla delle “tentazioni degli operatori pastorali” (nn. da 76 a 101). Ma monsignor De Donatis ci ha messo in guardia: «Attenzione: non è un’operazione semplice individuare la malattia spirituale della nostra comunità! Non va fatta frettolosamente, perché richiede profonda libertà interiore e un discernimento sapiente illuminato dallo Spirito». In particolare, il Vicario si è soffermato su tre “malattie”. La prima riguarda lo stile nel vivere il proprio impegno: «La comunità non si costruisce sull’efficienza della sua macchina organizzativa, non si appiattisce su logiche mondane di vario tipo. Questa non è la Chiesa di Gesù». In secondo luogo: la riscoperta del “piacere di essere popolo”, senza individualismi e affermazioni identitarie giocate “contro qualcuno”». Infine, è necessario guarire dal «pessimismo sterile» che diventa «una forma di ateismo pratico». Nella sua relazione, il Vicario di Roma ha esortato ad «ascoltare il grido che sale dalle esistenze dei giovani», incontrandoli: «Non parliamo di loro, ma con loro. Allora ne riconosceremmo il volto bellissimo e fragile, spesso fragilissimo, perché deturpato in mille modi dalla solitudine, dalle dipendenze, dall’arroganza e dalla violenza di chi usa e abusa di loro». Da qui la necessità di rilanciare «una pastorale coraggiosa della presenza nel territorio e del dialogo». Nel sito della parrocchia, www.gesubuonpastore.it, potete leggere la relazione integrale di monsignor Angelo De Donatis.
Affido a Gesù Buon Pastore tutti e ciascuno, in particolare quanti attraversano momenti di difficoltà e sofferenza. Ricordateci nelle vostre preghiere.

don Vincenzo Marras

Foglio parrocchiale: 2017_09_24 Avvisi

Relazione integrale del Vicario di Roma, mons. Angelo De Donatis: 2017 Conclusioni Convegno Diocesano

 

 

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